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Comunicato Stampa
VeronaContemporanea 2010
Intersezioni
Il ‘900: la musica, i suoi simboli e le sue storie
Quattro appuntamenti di musica, danza e teatro
La Fondazione Arena di Verona ripropone, con “VeronaContemporanea 2010” quattro giornate di musica – anche con momenti di danza e di teatro – dedicati al mondo della cultura musicale contemporanea.
Tre saranno gli appuntamenti, che si svolgeranno tra la stagione invernale e primaverile, al Teatro Camploy di Verona; un quarto appuntamento sinfonico, in autunno, al Teatro Filarmonico, andrà ad inserirsi nel “Settembre dell’Accademia Filarmonica di Verona” (che ha un cartellone in cui si avvicendano orchestre, direttori e solisti tra i più importanti del panorama internazionale): quest’anno l’attenzione ricadrà in particolare sulla figura del compositore veronese Franco Donatoni, che si vuole ricordare, nel decennale della sua scomparsa.
Con VeronaContemporanea 2010, viene ripreso il sottotitolo “Intersezioni” con l’aggiunta di una chiave di lettura, “Il ‘900: la musica, i suoi simboli e le sue storie”, ad indicare un possibile percorso interpretativo.
È ancora uno sguardo sui punti d’incontro tra i diversi mondi musicali e le diverse culture - del ‘900 e del presente - a caratterizzare l’impostazione della rassegna; un punto d’incontro che fa sì che diversi linguaggi musicali e diversi modi di affrontare la pratica e il pensiero musicale si trovino spesso a confrontarsi e a muoversi su uno stesso terreno. Questo perché considerare la “musica contemporanea”, oggi, esige uno sforzo che sappia gettare uno sguardo su una realtà complessa e articolata. Una realtà in cui tendenze accademiche, avanguardia, rock, pop, jazz, musica etnica si presentano spesso come manifestazioni non separabili o isolabili in maniera netta, generando nuove prospettive che nascono da una reciproca interazione, con una straordinaria ricchezza di influenze e di apporti reciproci, con tutto il bagaglio di elementi simbolici, di storie e di vissuti che si portano dietro.
Ogni appuntamento al Teatro Camploy inizierà verso le 17.00, con una conversazione di un esperto con il pubblico, negli spazi del foyer del teatro. A seguire è previsto un concerto pomeridiano, intorno alle 18.00, cui seguirà un break con buffet e proiezioni video; alle 21.00, infine, un concerto serale o una rappresentazione in cui, nelle prime due giornate, è prevista la partecipazione dell’Orchestra dell’Arena di Verona.
Il costo del biglietto per l’intera giornata è decisamente invitante: 10 euro intero, 5 euro ridotto.
L’intenzione è sempre quella di riuscire a creare negli spazi del Teatro Camploy un momento privilegiato d’incontro per un pubblico curioso ed aperto (in tal senso i risultati e il gradimento nei confronti dell’edizione dello scorso anno ci hanno confortato a proseguire in questa direzione); un punto d’intersezione in cui si possa ascoltare musica, assistere ad uno spettacolo, in cui esperti, musicisti e diverse tipologie di pubblico (quello del jazz, della classica, del rock, giovani…) si possano confrontare e discutere, anche sorseggiando un drink.
Il concerto inaugurale avrà luogo sabato 27 febbraio con una giornata dedicata alle interazioni tra rock, jazz e avanguardia musicale, aperta alle 17.00 da Franco Fabbri - che torna a VeronaContamporanea - un musicologo che, meglio di ogni altro, può aprire questa rassegna, per le sue esperienze musicali e per la sua attenzione nei suoi studi verso la musica popolare e colta. Alle 18.00 seguirà un concerto pomeridiano, con il trombettista di punta della scena musicale jazzistica italiana, Giovanni Falzone, a presentare il suo progetto Around Jimi Hendrix, con Valerio Scrignoli, chitarra elettrica, Michele Tacchi, basso, Riccardo Tosi, batteria. Questo progetto, oltre ad essere un tributo ad uno dei musicisti più importanti della musica rock, in occasione del quarantesimo anniversario dalla morte, nasce dalla volontà di creare un incontro immaginario tra Miles Davis e Jimi Hendrix. Il repertorio è caratterizzato dall’alternanza di brani composti da Jimi Hendrix, Miles Davis e dello stesso Falzone.
Il concerto serale alle 21.00 sarà aperto da un brano di notevole intensità, poetica e musicale, di Thomas Adès, Life Story, per voce e piccolo ensemble; un brano che il compositore inglese scrisse, pensando alle inflessioni vocali di Billie Holliday, su una poesia di Tennessee Williams e che sarà affidato alla voce di Silvia Balistreri, un’interprete che riesce a conciliare il colore e la potenza di una vocalità lirica con le inflessioni e gli accenti del canto jazz.
A seguire, un evento di notevole portata: la prima esecuzione italiana nella sua versione integrale, di Blood on the floor di Mark-Anthony Turnage, per ensemble jazz e orchestra. È una composizione in cui musicisti di area jazzistica si trovano ad interagire con un’orchestra ricca di fiati, in grado di attuare una sapiente fusione di stili. Venne commissionato al compositore inglese, dall’Ensemble Modern, scritto e pensato, tra il 1993 e il 1996, per la chitarra di John Scofield e le percussioni di Peter Erskine, fu molto apprezzato da un direttore come Simon Rattle. Una lunga suite che Turnage scrisse ispirandosi all’omonimo quadro di Francis Bacon e che evoca, in maniera quasi impressionistica, paesaggi metropolitani, le allucinazioni della droga (c’è una dedica al fratello morto di overdose), alternando durezze di forte impatto emotivo con momenti elegiaci e improvvisativi, in stile funky jazz; il tutto con una sapiente scrittura in cui filtrano echi di Stravinsky, sonorità alla Varèse ma anche, in alcuni tratti, la pulsante vitalità ritmica di un Leonard Bernstein.
Il gruppo dei solisti rappresenta l’eccellenza del panorama jazzistico italiano: Mauro Negri, sassofoni e clarinetto basso, Peo Alfonsi, chitarra elettrica, Mauro Beggio, batteria, Salvatore Majore, basso.
L’Orchestra dell’Arena di Verona sarà diretta da Stefano Salvatori.
Mercoledì 24 marzo il secondo appuntamento verrà dedicato ai rapporti tra musica, danza e teatro, con la presentazione di un nuovo allestimento di Don Perlimplin di Federico Garcia Lorca, con le musiche che Bruno Maderna scrisse per un adattamento radiofonico, per la Rai, nel 1962.
Nella conversazione con il pubblico verranno illustrati alcuni aspetti dell’opera teatrale di Federico Garcia Lorca, dal Prof. Piero Menarini (dell’Università di Bologna, uno dei più importanti studiosi italiani dell’opera del grande poeta spagnolo) e il senso della trasposizione radiofonica attuata da Bruno Maderna, da un ricercatore come Leo Izzo (attento studioso delle istanze jazzistiche nel linguaggio musicale maderniano).
La danzatrice e coreografa veronese Susanna Beltrami -che da anni si occupa intensamente dei rapporti tra la danza e il teatro, artista di fama internazionale- torna nella sua città dopo un lungo periodo di assenza: presenterà alle 18.00 spettacolo di danza da lei diretto, della Compagnia Pierlombardo, dal titolo: Biometrie di un corpo a pezzi. È uno spettacolo che fa parte di un progetto sperimentale che Susanna Beltrami e Giorgio Albertazzi hanno creato e intitolato La forma dell'incompiuto, andato in scena a Milano al Teatro Franco Parenti nel Febbraio 2008 e distribuito nei più importanti teatri italiani per due intere stagioni.
Alle 21.00 verrà presentato un nuovo allestimento di Don Perlimplin - ballata amorosa, ovvero il trionfo dell’amore e dell’immaginazione di Bruno Maderna (Aleluya erótica en cuatro quadros nell’originale lorchiano).
Si tratta di un’operazione assolutamente originale che l’attore Andrea Brugnera (curatore anche dell’adattamento del testo) condurrà nelle vesti di narratore, interprete e mimo di tutti i personaggi, nello stile della Commedia dell’Arte, di cui è un acclamato interprete.
Si tratta di un’operazione che intende recuperare la dimensione del teatro di Lorca, evocandone alcuni aspetti con le marionette di Jimmy Davies e Laura Bartolomei, richiamandone nello stesso tempo le affinità con il mondo della Commedia dell’Arte, ma mantenendo la dimensione narrativa dell’idea del radiodramma pensato da Maderna. Non mancheranno momenti coreografici, curati da Susanna Beltrami, luci e light design di Paolo Mazzon.
La ricchezza di elementi della partitura di Maderna, in cui si succedono senza soluzione di continuità, sperimentalismi, suoni elettronici, evocazioni jazzistiche, improvvisazioni, arcaismi e momenti lirici, verrà affidata ad un ensemble di musicisti dell’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da un attento interprete del repertorio novecentesco come Pietro Borgonovo e ad un solista d’eccezione come Roberto Fabbriciani, profondo conoscitore del repertorio contemporaneo, alla voce del soprano Silvia Balistreri. Regia di Andrea Brugnera e Fabio Zannoni.
Venerdì 7 maggio avrà luogo il terzo appuntamento, dedicato alle intersezioni della musica Yiddish, una sorta di excursus nel mondo della musica ebraica: dai suoi influssi nella tradizione classica e contemporanea di tipo accademico alle forme più tradizionali, nelle sue coniugazioni, kletzmer e sefardita, fino ai suoi punti di contatto con la tradizione araba del Marocco (una giornata realizzata in collaborazione con il Festival Eterotopie di Mantova).
La conversazione con il pubblico verrà impostata come una tavola rotonda che inizierà alle 16.00, con l’importante presenza dello storico Ariel Toaff (figlio di una figura carismatica come l’ex rabbino capo di Roma e docente all’Università di Tel Aviv), del musicologo Andrea Gottfried e della cantante sefardita, di origine spagnola, Evelina Meghnagi, interprete e studiosa della tradizione musicale ebraica, sefardita e yemenita.
Alle 18.00 seguirà un concerto di musica da camera del ‘900, con un percorso di composizioni di autori legati al mondo ed alla cultura musicale ebraica o che hanno fatto largo uso di temi e modi di quella tradizione: un programma di grande fascino e sostanza, con tre quintetti, per archi e pianoforte, di Ernest Bloch, Dimitri Shostakovich e Alfred Schnittke. Interpreti il Quartetto d’archi dell’Arena di Verona assieme al pianista Leonardo Zunica.
Alle 21.00 grande serata dedicata all’indagine delle diverse tradizioni della musica Yiddish e delle sue ‘intersezioni’, in particolare con la musica araba, con la Klezmerata Fiorentina (Igor Polesitsky, violino Riccardo Crocilla, clarinetto, Francesco Furlanich, fisarmonica, Riccardo Donati, contrabbasso) che, nella seconda parte, suonerà assieme all’ensemble del violinista marocchino Jamal Ouassini, con Abdesselam Naiti al kanun e Otomane Ben Yahyaha alle percussioni, con interventi della cantante Evelina Meghnagi.
L’appuntamento sinfonico d’autunno di VeronaContemporanea avrà luogo mercoledì 6 ottobre al Teatro Filarmonico di Verona e verrà realizzato assieme all’Accademia Filarmonica di Verona e sarà inserito nel cartellone del “Settembre dell’Accademia”.
Il programma prevede una prima parte con un omaggio a Franco Donatoni, nel decennale della scomparsa: in programma Hot, e Duo pour Bruno.
L’Orchestra ed il Coro dell’Arena saranno quindi impegnati in una seconda parte interamente dedicata all’esecuzione della grande cantata di Sergej Prokofiev, Alexander Nevskij, che ripercorre i diversi momenti della colonna sonora dell’omonimo film di Sergej M. Eisenstein.
Informazioni e prenotazioni presso le biglietterie dell'Arena in Via dietro Anfiteatro 6/b (tel. 045/8005151) e del Teatro Filarmonico in Via dei Mutilati 4k (tel. 045/8002880) e sul sito www.arena.it
Teatro Camploy
Via Cantarane 32 – Verona, Tel 0458009549 - 0458008184
e-mail:teatrocamploy@comune.verona.it
“Progetto – VeronaContemporanea/Intersezioni”, direzione artistica e comunicazione a cura di Fabio Zannoni
Ufficio Stampa 15-02-2010
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