Cantante dalla visione unica e stimolante, Sidsel Endresen ha saputo sviluppare una tecnica improvvisativa molto personale che l’ha portata ad andare oltre la lingua e le parole, per solcare territori dove la sua voce si fa strumento versatile e viscerale, polvere di ghiaccio e luce. E pensare che era salita alla ribalta con “Jive Talking”, un brano soul che, nel 1980, fu un’autentica hit in Norvegia (oltre 100.000 copie vendute). Coraggiosamente ha però abbandonato quel mondo di grandi successi per iniziare un percorso nuovo. Punto di riferimento per l’Ecm negli anni ’90, ha collaborato spesso con Nils Petter Molvær e Bugge Wesseltoft ed è diventata una delle figure chiave della generazione NuJazz sul finire del millennio. Nel tempo le sue produzioni si sono fatte sempre più originali e ardite: improvvisazione pura, paesaggi sonori distanti da qualsiasi convenzione melodica e lirica. Un linguaggio che crea vocalità in senso inverso, partendo dal ronzio delle api, dal borbottio dell’acqua. Rumori gutturali al limite dell’impossibile ottenuti senza trucchi ed elettronica, provocatoria esplorazione del potenziale della voce umana con un “mood” davvero originale. I sedici album a suo nome ci regalano un’artista più che mai unica e di grande maturità, che si unirà al formidabile duo Humcrush, costituito dal tastierista Ståle Storløkken e dal batterista Thomas Strønen, per la prima volta in Italia a VeronaContemporanea.
Storløkken è tra i musicisti più in vista nel suo paese, tra i membri fondatori dei Supersilent ma anche forza trainante degli Elephant9, mentre Strønen è membro del duo Food con il sassofonista inglese Iain Ballamy e dei trii di Maria Kannegaard e Mats Eilertsen.
Un duo norvegese, gli Humcrush, che ha recentemente pubblicato “Ha!”, quarto album per la sperimentale Rune Grammofon, proprio con la pirotecnica Sidsel Endresen.
Gli Humcrush riescono a combinare elettronica e percussioni per produrre una varietà di stili che vanno dal funky a una sorta di groove astratto. Gestualità, timbrica di laptop, elettronica e contemporanea per una musica fresca e di grande vivacità. Grazie a una tecnica invidiabile Strønen mette in campo la torrenzialità del free jazz, il groove di rock e funk mescolati a piccole gemme di elettronica: sonorità che sanno di metallo, legno, accenti rotanti dalle forme orbitali eccentriche. Con grande facilità passa dai ritmi furiosi della batteria ai campionamenti del drumkit, le sue mani saltano dalle bacchette dell’una ai pulsanti e manopole dell’altro con la rapidità di un giocoliere, dimostrando una capacità ad improvvisare con i colori del tutto inusuale.
Storløkken alterna momenti caustici a un lirismo a metà tra Supersilent e Messiaen, facendo un uso di strumentazione spesso vintage contraddetta però poi dall’approccio futuristico.
Humcrush e Sidsel Endresen: il perfetto connubio tra magia ritmica, melodia ed elettronica astratta nella formula più congeniale, ossia dal vivo, come del resto è stato per il recente album “Ha!”, colto al festival di Willisau in Svizzera.