Sabato 19 maggio, alle 17.00, nell’incontro che sarà presentato da Nicola Verzina, con la partecipazione di Mario Baroni e Rossana Dalmonte.
Escono gli atti del convegno veronese sulla formazione e la prima produzione del compositore, sullo sfondo d’una stagione poco nota dell’Italia musicale
Una novità editoriale delle ESZ illumina uno snodo trascurato del Novecento italiano. Esce, a cura di Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni, Bruno Maderna e l’Italia musicale degli anni ’40, Atti dell’Incontro di Studio tenutosi a Verona il 10 ottobre 2009. La pubblicazione è resa possibile dal contributo dell’Accademia Filarmonica di Verona e della Fondazione Arena di Verona.
Bruno Maderna e l’Italia musicale degli anni ’40, Atti dell’ Incontro di Studio, Verona, 10 ottobre 2009, a cura di Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni, Milano, Edizioni Suvini Zerboni, 2012.
Libro di ricerca, con l’ambizione d’illuminare un snodo impropriamente trascurato del Novecento italiano, Bruno Maderna e l’Italia musicale degli anni ’40 nasce dalla reciproca riappropriazione tra il compositore veneziano e la sua città d’adozione, Verona, che nell’ottobre 2009 gli ha dedicato, àuspici l’Accademia Filarmonica e la Fondazione Arena, una vivace giornata di studi presso l’Auditorium “Italo Montemezzi” del Conservatorio “Evaristo Felice Dall’Abaco”. Una manifestazione nata a sua volta da un’importante scoperta musicologica: il ritrovamento del manoscritto del giovanile Concerto per pianoforte ed orchestra del 1942 (lo racconta in questo volume Angela Ida De Benedictis), riproposto per la prima volta quella sera stessa al Teatro Filarmonico per la rassegna “VeronaContemporanea”, che si svolse nell’ambito della stagione sinfonica “Il Settembre dell’Accademia”, dell’Accademia Filarmonica di Verona, con Aldo Orvieto e l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona diretta da Carlo Miotto. Lo sguardo degli otto studiosi riuniti in questo volume si prefigge di contribuire alla messa a fuoco di una delle personalità più originali e influenti del secondo Novecento europeo, cogliendola negli anni, ancora tutti da scoprire, della formazione e della prima produzione. Formazione in cui s’intrecciano, in un fertilissimo crogiuolo di influenze che fa saltare ogni pretestuoso steccato tra generi, il jazz e la dodecafonia, dando vita a una concezione e a una prassi della musica che vengono indagate gettando un fascio di luce, e interpretando, gli angoli meno frequentati del percorso biografico del primo Maderna. Ne emerge la statura d’un compositore modernissimo, che si pone con piena consapevolezza di fronte alla complessità del mondo musicale del pieno Novecento. In quest’ottica Laura Och ricostruisce il panorama sonoro che accoglie Maderna nella Verona in cui il 21 maggio 1933 dirigerà dodicenne un concerto sinfonico all’Arena. Raffaele Pozzi segue Maderna giovane, fallito il compimento medio di composizione al Conservatorio di Milano, negli studi romani con Alessandro Bustini, maestro di Petrassi, Turchi e Giulini. Veniero Rizzardi ne individua il contributo nella costellazione veneziana tra il maestro Gian Francesco Malipiero e il sodale Luigi Nono. Leo Izzo si dedica al radiodramma Il mio cuore è nel sud su testo di Patroni Griffi, risalendo alla formazione jazzistica di Maderna, maturata già da bambino nella Original Jazz Band del padre (illuminante la foto del piccolo Bruno che stringe il violino tra i colleghi adulti). Mario Baroni indaga le derivazioni stilistiche della Introduzione e Passacaglia preseriale, così come Rossana Dalmonte studia le opere con testo poetico appartenenti a un orientamento stilistico contiguo. Chiude la raccolta, prima dell’utile indice dei nomi e delle composizioni di Maderna, il saggio con cui Angela Ida De Benedictis presenta il ritrovato Concerto per pianoforte ed orchestra, da lei curato nell’edizione critica in uscita quest’anno presso le Edizioni Suvini Zerboni.