BRUNO MADERNA PIANOS CONCERTOS – QUADRIVIUM
(Naxos: 8572642)
Aldo Orvieto e Fausto Bongelli, piano – gruppo 40.6
Orchestra della Fondazione Arena di Verona, diretta da Carlo MiottoPresentazione del Cd (Italiano)
About this recording (English)
Nell’approssimarsi dell’ultimo appuntamento del VeronaContenporanea Festival 2011/12, che avrà per tema “RITORNO A MADERNA”, registriamo con profonda soddisfazione l’attenzione ed i consensi che la critica musicale straniera (britannica, statunitense, francese e spagnola) ha tributato al Cd “BRUNO MADERNA PIANOS CONCERTOS – QUADRIVIUM”, prodotto dall’etichetta inglese Naxos, uscito l’autunno scorso; un Cd nel quale, tra gli altri, sono presenti due registrazioni live di VeronaContemporanea 2009: il Concerto per piano del ’42 e Quadrivium di Bruno Maderna, di un concerto che si svolse nell’ambito del cartellone del “Settembre dell’Accademia”, dell’Accademia Filarmonica di Verona.
Oltre la soddisfazione per il rilievo della qualità musicale del lavoro svolto – numerosi gli elogi nei confronti degli interpreti, tutti, dell’orchestra areniana (non è trascurabile il fatto che in un repertorio considerato ‘di nicchia’ il nome dell’orchestra dell’Arena di Verona è riuscito ad imporsi e ad essere segnalato della critica straniera) e della direzione musicale di Carlo Miotto – ci confortano gli apprezzamenti per il livello culturale dell’operazione messa in atto: unanimemente le diverse prospettive critiche vengono riconoscendo la centralità della figura di Maderna all’interno dell’avanguardia novecentesca, un ruolo che la storiografia ha infatti spesso trascurato se non totalmente ignorato.
Con VeronaContemporanea abbiamo creduto e puntato molto sulla rivalutazione dell’opera di Bruno Maderna e la storia di questo festival è fortemente legata al suo nome, fin dai suoi esordi.
Ricordiamo le esecuzioni maderniane del 2007 (Venetian Journal e Satyricon) dell’edizione curata da Grigio Battistelli, il Don Perlimplin del 2010 e quelle citate del 2009, assieme ad un Incontro di studi, “Maderna e l’Italia musicale degli anni ‘40”, che si svolse contestualmente agli eventi concertistici, con la partecipazione di eminenti studiosi, provenienti da diverse parti d’Italia (Mario Baroni, Rossana Dalmonte, Leo Izzo, Angela Ida de Benedictis, Raffaele Pozzi, Daniela Tortora, Veniero Rizzardi, laura Och). Gli atti di questo Incontro di studi saranno pubblicati – per il contributo della Fondazione Arena e dell’Accademia Filarmonica – dalla casa editrice Suvini Zerboni di Milano (a cura di Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni); l’edizione verrà presentata da Nicola Verzina, direttore dell’Archivio Maderna dell’Università agli studi di Bologna, assieme a Mario Baroni e Rossana Dalmonte, in occasione dell’appuntamento “Ritorno a Maderna” (18 e 19 maggio). Del giorno dell’Incontro di studi del 2009 ricordiamo le performances cameristiche degli studenti del conservatorio di Verona (Honeyrêves, Dialodia, Per Caterina, Serenade für Claudia, Liriche su Verlaine, Aquarelles, Sérénade, Serenata per un satellite) e l’eccezionale interpretazione del pianista, Paolo Birro, di alcuni brani jazzistici e canzoni di Bruno Maderna. Quest’anno Paolo Birro (18/5, Sala Maffeiana, ore 21.00) ritorna, con un ensemble, a presentare nuovamente questa selezione di brani, assieme ad altri del mondo musicale maderniano, per l’appuntamento “Maderna in jazz”; è preceduto dal flautista, Roberto Fabbriciani (18/5, Sala Maffeiana ore 17.00), uno degli interpreti italiani più prestigiosi, che ha avuto la fortuna di conoscere direttamente Bruno Maderna, in un concerto/lezione: “Maderna e i nuovi percorsi del flauto nel secondo ‘900”. Lo stesso Fabbriciani sarà protagonista dell’appuntamento sinfonico (19/5, Teatro Filarmonico, ore 21.00), con l’orchestra dell’Arena di Verona diretta da Carlo Miotto, con la straordinaria esecuzione del maderniano Concerto per flauto a cui seguiranno gli Studi per il processo di Kafka, per soprano, voce recitante e orchestra.
Possiamo dire di sentirci orgogliosi di aver contribuito, con il nostro lavoro, di divulgazione e di ricerca, fatto in questi anni con VeronaContemporanea, di essere riusciti ad aprire uno squarcio e un’attenzione da parte della critica e del pubblico, nei confronti dell’opera musicale di Bruno Maderna, che è culminata con la pubblicazione di questo Cd.
Abbiamo rilevato che c’è un interesse ed una grande attenzione nei confronti della produzione maderniana inedita: l’esigenza di far emergere la sua produzione è quindi unanimemente percepita e sollecitata da più parti come necessaria. Esigenza che è quella di cercare di ricollocare in maniera degna, sul piano storico, la figura di Bruno Maderna, che, dopo la sua morte, è stata quasi ignorata, se non marginalizzata, da parte di una diffusa storiografia, che lo ha quasi completamente messo da parte, nel considerare il quadro delle figure più rilevanti e rappresentative delle avanguardie europee del secondo ‘900.
Questa serie di consensi ci spinge ad andare avanti nel cercare di promuovere ancor di più la messa a fuoco della sua figura di musicista, augurandoci di riuscire a realizzare nuove esecuzioni di suoi lavori, editi o inediti, che numerosi aspettano di essere eseguiti.
—Fabio Zannoni
Iniziando con i critici britannici, per Andrew Clement, del prestigioso Guardian, “è la vivida interpretazione di Quadrivium diretta da Miotto, che costituisce un valido motivo per ascoltare questo disco”.
Mark Sealey del Music Web Review parla di un “eccellente nuovo Cd”, la cui “qualità dell’esecuzione, del suono e delle informazioni contenute ne fanno sicuramente un Cd da andare a cercare”, sostenendo che: “Si tratta di esecuzioni eccezionalmente avvincenti, dotate di sensibilità ed empatia”, evidenziando il fatto che: “Questa registrazione è stata fatta in occasione della prima esecuzione dopo la “riscoperta” del concerto del 1942, in una serata a Verona, il 10 Ottobre 2009”; a proposito dei solisti afferma che: “Entrambi, nei brani per pianoforte, e tutta l’orchestra in Quadrivium, danno l’impressione di aver compreso e di aver trovato il modo di interpretare, con chiarezza ed in maniera precisa, il senso di questo equilibrio, di questa miscela” – che sono proprie della scrittura maderniana – affermando inoltre che: “Le esecuzioni sono piene di vita e animate, e catturano l’attenzione dall’inizio alla fine”. A proposito dell’esecuzione di Quadrivium sostiene che: “E’ di livello assai elevato” e che: “Ancora una volta, il modo in cui l’Orchestra della Fondazione ‘Arena di Verona’ traduce questo equilibrio, potenzialmente elusivo, in una esecuzione plausibile e convincente, è davvero piacevole. In modo simile sono stati realizzati molto bene l’equilibrio e la vivace interazione tra le dinamiche, anche nel modo di tradurre la contrapposizione maderniana tra suono e silenzio. Il riconoscimento deve andare anche al direttore Carlo Miotto, per questo ed altri risultati di successo in questo CD”.
A proposito dell’ensemble 40.6 che ha partecipato alla registrazione del concerto per 2 pianoforti e strumenti, afferma che tale opera: “viene debitamente onorata, e realizzata con una buona riuscita dal gruppo 40.6”. Concludendo in tal modo: “In questo Cd, tutto, presenta un che di stimolante verso la musica del ventesimo secolo in generale, e di Maderna in particolare. La qualità dell’esecuzione è un servizio che darà impulso al riconoscimento del valore di Maderna, e apprezzamento per la sua musica, insolita e piena di significato”.
Così, sempre per il MUSIC WEB INTERNATIONAL, Rob Barnett, elogiando tutta l’operazione di recupero delle opere di Maderna: “Quei concerti dimenticati nel cassetto tornano a nuova libera vita. Ottime le note al Cd che sono state scritte da Fabio Zannoni”.
C’è quindi una segnalazione di uno dei critici britannici più prestigiosi, Norman Lebrecht, nella rivista La Scena Musicale, che lo pone come Cd della Settimana (il 20/11/11): “Il volto umano della brigata Boulez-Stockhausen, Bruno Maderna, non conosceva il significato del termine forte. I suoi concerti, datati 1942 e 1948, sono dichiaratamente un’affascinante pre-avanguardia. Quadrivium, del 1969, si muove e scorre delicatamente. Aldo Orvieto è il pianista di queste prime registrazioni mondiali”.
Quindi per David Denton, nel suo David’s Review Corner: “Le esecuzioni sono accurate, le sfide tecniche superate, e in Carlo Miotto abbiamo un direttore che ottiene un alto livello di dettagli dall’orchestra. La qualità del suono è molto buona”.
Per lo statunitense Allen Gimbel, per l’American Record Guide: “’Interessante’ è il termine adatto per salutare questa nuova uscita, che dà molti spunti di riflessione. Le esecuzioni sono buone. La versione giovanile del concerto è una prima esecuzione”.
Sempre dagli Stati Uniti, il critico e musicista Grego Edwards, che si occupa specificatamente di musica jazz, rock, blues e di musica di avanguardia contemporanea nelle diverse coniugazioni, nel suo blog, Gapplegate Classical-Modern Music afferma: “Le esecuzioni sono eccellenti. Il programma ci regala un ritratto di Maderna, quale forza vitale all’interno della musica del suo tempo. Questa registrazione è ottima per chi non conosce la sua musica. Altrettanto stimolante per chi già lo conosce”.
Quindi nella rivista americana Fanfare, per il critico Scott Noriega: “I musicisti in questa registrazione danno la sensazione di aver studiato e di amare questa musica – e qui vi sono molte cose da apprezzare anche per un ascoltatore occasionale. Le prime opere, in particolare, sono molto piacevoli per il suono e come concezione, mentre i lavori del periodo successivo, sebbene siano più complessi, sono anch’essi piuttosto coinvolgenti. La qualità sonora è eccellente – ogni strumento, letteralmente, spicca dall’insieme quando è richiesto. Anche i numerosi cambiamenti di colore del pianoforte si possono cogliere vividamente. Si tratta in definitiva di un’esecuzione molto bella che dovrebbe essere conosciuta meglio, ascoltata ed infine apprezzata”.
Il critico francese Simon Corely nella rivista on line ConcertoNet.com, elogiando l’operazione di rivalutazione dell’opera di Maderna che stiamo attuando, nota come: “Corredata da una buona nota introduttiva (in inglese e in italiano) di Fabio Zannoni, questa pubblicazione permetta di ritrovare Maderna in diversi periodi della sua vita”; mettendo inoltre in rilievo il fatto della prima veronese: “Partitura della giovinezza che Maderna sognava di affidare a Benedetti Michelangeli, il Concerto per piano (1942), dopo la sua creazione non ha conosciuto altre esecuzioni che quella realizzata a Verona nel 2009, nell’occasione della presente registrazione pubblica”; a proposito dei solisti, rileva come anche il concerto per 2 pianoforti e strumenti sia: “sempre affidato alle dita accorte di Aldo Orvieto e Fauso Bongelli”. Per poi concludere, confrontando l’interpretazione di Quadrivium con quella storica di Giuseppe Sinopoli:” L’opera, di vaste proporzioni (più di una mezz’ora), era già stata registrata da Giuseppe Sinopoli (Deutsche Gammophon), ma questa interpretazione in concerto – beninteso – si difende molto bene, soprattutto per questo accoppiamento in parte inedito”.
Il critico spagnolo Jordi Savall, sulla rivista Ritmo, pur facendo alcuni rilievi critici agli interpreti, evidenziando come nel linguaggio del primo Maderna si possano ravvisare elementi di lirismo post-romantico, sapori “bartokiani” e “colori” impressionisti, afferma che: “il fatto positivo è che tanto il piano di Orvieto come la direzione di Miotto danno una certa unità a questo conglomerato di influenze”.
Per Gianni Villani de L’Arena “Il cd riporta un’interpretazione emozionante proposta dai solisti Aldo Orvieto (primo pianoforte) e Fausto Bongelli (secondo pianoforte), col Gruppo 40.6 e l’Orchestra areniana diretta dal maestro veronese Miotto, che si accostano alle pagine del compositore veneziano, portandone in luce la sapienza tecnica, ma anche un’intensità tutta mediterranea. Il carattere spezzato della scrittura appare qui perfettamente inserito nel fluire del discorso musicale, conferendo al linguaggio di Maderna una timbrica suggestiva e liquida, innestata su un “continuum” sonoro cangiante. I due solisti rendono in modo convincente la densa cantabilità maderniana, impostata del resto su canoni tradizionali, senza l’impiego di particolari tecniche di emissione del suono e lontana da virtuosismi esasperati”.