Grafici per improvvisare

Linee e flussi di figure geometriche nel Treatise di Cardew come stimoli per l’interpretazione musicale.

di Nicola Baroni

Nicola Baroni, Ensemble CardewCornelius Cardew è una figura centrale nella musica sperimentale europea del secondo Novecento. Il compositore inglese, dopo alcuni anni di apprendistato con Stockhausen presso lo studio WDR di Colonia, è tra i primi compositori europei a condurre il linguaggio dell’avanguardia oltre i confini del serialismo, attraverso le forme aperte, il Live Electronics e l’improvvisazione. Dal 1958 collabora con Cage e Tudor, è presente negli Happenings tedeschi di Fluxus e nelle attività dell’Atelier Bauermeister di Colonia, forte polo alternativo all’avanguardia ufficiale di Darmstadt.

Le strade aperte da Cage con la pratica della composizione indeterminata, della apertura alla totalità liberata dei suoni, dei rumori e del silenzio conducono all’abbandono della composizione intesa come predeterminazione del materiale musicale. Si tratta invece di mettere in scena dei processi che creano esplorazioni dal vivo del suono nella sua corporeità. Viene così filtrata l’eredità del funzionalismo Bauhaus, degli automatismi psichici e onirici del surrealismo, delle decontestualizzazioni futuriste e Dada.

Il Treatise è una tra le più complete collezioni di partiture grafiche: consiste in un continuum di 193 pagine composte tra il 1963 e il 1967.  Modello ideale del Treatise è il Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein, esplorazione non dogmatica dei rapporti tra linguaggio, forme logiche del pensiero e mondo reale.

I grafici sono costituiti da linee e flussi di figure geometriche soggette a manipolazioni, espansioni e distorsioni. Le forme geometriche vengono intese da Cardew come categorie nello spazio, provviste di una latente e segreta organizzazione strutturale: come degli argomenti all’interno di una prosa. Il Treatise Handbook, pubblicato in parallelo da Cardew, sottolinea l’assoluta assenza di regole: il musicista non deve seguire istruzioni, ma stabilire il proprio linguaggio musicale complessivo in relazione alle immagini grafiche. Ma attenzione, la relazione tra suono e immagine non ha nulla di rappresentativo o di simbolico. Il saggio Verso un’etica dell’improvvisazione sviluppa in modo illuminante concetti di  autodisciplina del musicista in virtù della mancanza di regole esecutive, a stimolo dell’attenzione verso le necessità interne del suono e verso l’ascolto del linguaggio e dell’espressione degli altri.

Nel 1965 Cardew entra a far parte a Londra del gruppo di improvvisazione AMM  in collaborazione con alcuni importanti musicisti free-jazz. Il gruppo si configura come uno dei principali gruppi di libera improvvisazione di quegli anni, centrato sulla ricerca del suono, la sperimentazione di tecnologie Live, circuiti elettrici e transistor. La compresenza di linguaggi popolari e di avanguardia favorisce un’idea di improvvisazione che si arricchisce quando si allontana dagli schemi esecutivi che il gruppo stesso ha stabilito prima della performance.

Durante gli anni Settanta il lavoro di Cardew approfondisce gli aspetti etnici e antiautoritari già presenti nel proprio pensiero musicale, e sfocia in una estetica di Realismo Socialista in chiave creativa e sperimentale. Da ciò deriva la fondazione della Scratch Orchestra che a Londra unisce artisti, musicisti e lavoratori all’interno di composizioni che si configurano come ampie cornici etico-improvvisative e da cui emergeranno musicisti della levatura di Michael Nymann e Brian Eno.

La considerazione che la composizione non è un oggetto da ammirare, bensì una forza che spinge alla consapevolezza e all’azione i popoli viventi condurrà Cardew a un radicale allontanamento dall’avanguardia, sottolineato da diverse pubblicazioni e da un intervento di stampo anche autocritico nel Simposio sulla Notazione Musicale a Roma nel 1972.

Cardew perde la vita in un incidente stradale la cui dinamica ha lasciato aperte diverse ipotesi sul fatto che si trattasse di omicidio politico. Come sottolinea Rzewski in una recente intervista, una affrettata riscrittura della storia che ha avuto luogo a partire dagli anni Ottanta, ha curiosamente cancellato la figura cardine di Cardew.

Riproporre oggi, con i mezzi della Computer Music, questa fondamentale opera  sperimentale vuole essere occasione di ampliamento e di riflessione su queste tematiche, riaperte nella nostra epoca da una volontà di superamento di modelli culturali consolidati.